Anime nere
Regia
Francesco Munzi
Sceneggiatura
Francesco Munzi, Fabrizio Ruggirello, Maurizio Braucci
Genere
Drammatico
Cast
Marco Leonardi, Peppino Mazzotta, Fabrizio Ferracane, Barbara Bobulova, Anna Ferruzzo, Giuseppe Fumo
Cast tecnico
Fotografia: Vladan Radovic
Scenografia: Luca Servino
Costumi: Marina Roberti
Montaggio: Cristiano Travaglioli
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Suono di presa diretta: Stefano Campus
Trucco: Sonia Maione
Acconciature: Rudy Sifari
Musiche: Giuliano Taviani
VFX: Luca Ricci
Organizzatore generale: Gianluca Arcopinto
Trucco: Sonia Maione
Acconciature: Rudy Sifari
Musiche: Giuliano Taviani
VFX: Luca Ricci
Organizzatore generale: Gianluca Arcopinto
Produzione
Cinemaundici e Babe Films con Rai Cinema, in collaborazione con On My Own, una co-produzione italo - francese
Distribuzione
Good Films
Uscita
18/09/2014
In una terra dove il richiamo delle leggi del sangue e il sentimento della vendetta possono ancora avere la meglio su tutto, prende vita la storia di una famiglia criminale calabrese. Una vicenda che inizia in Olanda, passando per Milano, fino in Calabria, sulle vette dell’Aspromonte, dove tutto ha origine, e fine. "Anime Nere” è la storia di tre fratelli - figli di pastori vicini alla 'ndrangheta - e della loro anima scissa. Luigi, il più giovane, è un trafficante internazionale di droga. Rocco, milanese adottivo, dalle apparenze borghesi, imprenditore grazie ai soldi sporchi del primo. Luciano, il più anziano, che coltiva per sé l’illusione patologica di una Calabria preindustriale, instaurando un malinconico e solitario dialogo con i morti. Leo, suo figlio ventenne, è la generazione perduta, senza identità. Dagli avi ha ereditato solo il rancore e il futuro è un treno che per lui sembra già passato. Per una lite banale compie un atto intimidatorio contro un bar protetto dal clan rivale. In qualsiasi altra terra, sarebbe solo una ragazzata. Non in Calabria, tantomeno in Aspromonte. È la scintilla che fa divampare l’incendio. Per Luciano è di nuovo il dramma che si riaffaccia dopo tanti anni dall’uccisione del padre. In una dimensione sospesa tra l’arcaico e il moderno i personaggi si spingono fino agli archetipi della tragedia.
